Luca 2

Gli fu messo nome Gesù

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vv. 21-24

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.
22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - 23come è scritto nella legge del Signore:Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore - 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
© Testo a cura della CEI consultabile su bibbiaedu

Paralleli e rimandi
Gen 17,9-14; 32,30 | Es 3,13-15; 13,1-16; 20,7 | Lv 5,7; 12,8 | Nm 18,15 | Dt 5,11 | 1Sam 1,24-28 | Ml 3,1 | Mt 1,21 | Lc 1,22.31.46-55; 3,6; 11,20; 17,13; 18,37-38; 19,9; 23,42; 24,6.50-51 | Gv 6,38; 13,20 | At 1,1-11

Il bambino è nato a Betlemme (v. 15) a pochi chilometri da Gerusalemme (v. 22). I genitori, dunque, vanno al tempio per presentarlo e compiere il riscatto e ringraziamento al Signore per il dono della vita. In questo testo (tutta la sezione 2,21-38) protagonista è Dio che dona la vita e nello Spirito Santo fa riconoscere la sua presenza e vicinanza nel mondo.

  • Le prescrizioni. Luca annota in due versetti distinti che otto giorni dopo la nascita era stato imposto il nome a Gesù; dopo il tempo della purificazione della madre, poi, è presentato al Tempio. Lv 12,1-8 spiega con dovizia di particolari le questioni della purificazione delle donne, in particolare qui leggiamo che, poiché il nascituro è un maschio, i genitori di Gesù fanno come prescritto nei vv. 3-4: «3L'ottavo giorno si circonciderà il prepuzio del bambino. 4Poi ella resterà ancora trentatré giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione». Del riscatto del primo maschio vi è una testimonianza anche in Es 13,1-16.
  • Importanza del nome. Il v. 21 ci dice che Gesù fu circonciso (il segno dell’Alleanza che Dio non ha mai tradito; Gen 17,9-14), ma maggiore interesse sembra sia dato al nome poiché sia la proposizione reggente, che la subordinata seguente, sottolineano lo stesso elemento. Se nella tradizione dell’Antico Testamento è vietato pronunciare il nome di Dio (Es 20,7; Dt 5,11), il nome di Gesù sul quale tanto l’evangelista si sofferma, diventa un altro annuncio della vicinanza e solidarietà di Dio. Così aveva fatto intendere l’angelo (Lc 1,31) e così aveva cantato Maria, certa che Dio è misericordia e amore che si fa vicino (Lc 1,46-55). Forse è per questo che anche i malati (Lc 17,13; 18,37-38) e il malfattore pentito (Lc 23,42) hanno il coraggio di gridare il nome «Gesù» con fiducia.
  • Gerusalemme. L’ingresso di Gesù neonato a Gerusalemme è simbolico. Accade per una convergenza di fattori, tra cui il principale è l’essere nato a Betlemme. Non era obbligatorio presentarsi necessariamente nel Tempio, poiché molti vivevano così lontani da rendere impossibile un lungo viaggio nel momento di vita più debole per il neonato e per la madre. Il valore simbolico e provvidenziale della presentazione di Gesù al Tempio credo sia nel fatto che il Vangelo di Luca si apra e chiuda con Gerusalemme. All’inizio c’è un sacerdote, Zaccaria, che non riesce a chiudere il culto con la benedizione (Lc 1,22). Qui, invece, Simeone benedice per due volte (Dio, v. 28; i genitori, v. 34). Alla fine del Vangelo Gerusalemme è il luogo della morte e sepoltura di Gesù. In Gerusalemme, infine, si dirà per la prima volta che Cristo è risorto (Lc 24,6) e il Signore, ascendendo al cielo, darà quella benedizione che si attendeva dall’inizio del Vangelo (Lc 24,50-51). Ciò che le promesse dell'Antico Testamento non potevano realizzare più, è compiuto da Cristo. Questo ingresso a Gerusalemme, seppur inconsapevole nella prospettiva del neonato, indica la novità che Dio stesso nel Figlio sta portando nel mondo: la sua concreta e tangibile vicinanza apportatrice di salvezza (Lc 1,77; 3,6; 19,9).

Nel Tempio il Signore si fa riconoscere da un uomo e una donna che nella fede attendevano la sua manifestazione. Tutti gli Israeliti attendono il Messia (Ml 3,1), ma quanti sanno riconoscere la sua visita (Gv 13,20)? Occorre la fede di quelli che sanno farsi piccoli, certi che colui che è “grande”, il Padre, si è fatto vicino in Cristo (Lc 11,20; Gv 6,38).



Paralleli e approfondimenti

  • Altri rimandi dal testo e nel testo: Gen 32,30; Es 3,13-15; 13,2; Lv 5,7; 12,8 (circa le offerte); Nm 18,15; 1Sam 1,24-28; Mt 1,21; At 1,1-11.


Quando si usa nella preghiera questo testo?

Nella liturgia questo brano evangelico lo troviamo:Nel Breviario non troviamo questo testo. 

In altri riti:
  • ...
TAg di riflessione e commento
  • Nome
  • Nascita
  • Benedire
  • Misericordia
  • Tempio
  • Ingresso
  • Gesù
  • Salvezza
  • Vicinanza
  • Solidarietà
  • Alleanza
  • Gerusalemme

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